Lettori più autonomi, più contenuti disponibili e risorse disponibili in modo più organizzati: mentre a If book then, convegno su editoria e tecnologie, si discute del cambiamento irreversibile in corso nell’editoria scientifica, professionale e accademica, nella cripta dell’aula magna della Cattolica, a pochi metri, nelle aule, gli studenti evidenziano libri, prendono appunti con la penna e ripassano su quaderni scarabocchiati a matitia. “Sono conservatori, quando si tratta di esami. I contenuti multimediali sono divertimento, per studiare, preferiscono la carta”, ha spiegato Paola Dubini, direttrice del centro di ricerca Ask e docente alla Bocconi, che e’ intervenuta stamani a If then Book sul tema “Ebooks for learning”. “E’ questione di imprinting, inoltre per ora il digitale e’ faticoso, e i giovani lo utilizzano per ricerche, a piccole dosi”, ha aggiunto la collega Jane Klobas: assieme le due docenti hanno realizzato e presentato oggi una analisi sull’impatto della tecnologia sui processi di apprendimento e sull’accesso ai contenuti.
Proprio “contro la stanchezza da schermo”, sono in arrivo investimenti per aumentare brillantezza e chiarezza dei display, per creare una esperienza visiva il più’ naturale possibile, “poi vedremo come reagiranno gli utenti”. L’arrivo della tecnologia in ambito accademico-scolastico apre anche il dibattito sul modo di comunicare i contenuti, problema che, ai tempi di soli libri e dispense, non si poneva. E se si imparasse meglio con un video invece che leggendo? La modalita’ migliore per veicolare contenuti e’ da ridefinire, oggi, e non e’ neanche detto che per tutti i campi e per tutti i mercati esistenti sia la stessa.
La ricerca di Dubini e Klobas ha sottolineato anche la ridistribuzione dei compiti, in corso, con la digitalizzazione, l’aggregazione e la disaggregazione dei contenuti: “trasformazione e minaccia che porta comunque ad una maggiore apertura basata sull’aumento dell’accessibilita’ dei contenuti”.
Se il ruolo delle case editrici, e degli atenei, e’ ancora una grossa incognita, e dipende molto da come e da quanto sapranno mettersi in gioco, Dubini e’ certa che “la metamorfosi in atto premiera’ molto gli editor intelligenti: sara’ sempre più’ importante il modo in cui si organizzano e di propongono i contenuti, e qui la tecnologia aiuta in parte, il resto e’ cervello umano”.
Un attore importante, “anzi, essenziale nella transizione in atto nell’editoria scientifica, professionale e accademica” lo avranno le biblioteche, presenti non per profitto e quindi portatrici di democrazia e promotrici di comportamenti collaborativi.
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