Dieci autori, dieci partite di calcio, l’ultima di campionato, decisiva, con l’Inter, bontà degli autori, in testa al campionato. L’editore Novecento apparecchia una partita di 90 minuti giocata sui campi d’Italia, ma soprattutto fuori, sugli spalti, nei dintorni degli stadi, in stanze d’albergo, dove la vita si ferma mentre la palla corre sul campo. “Fischio finale” è un’antologia con cui l’editore ripropone la formula già rodata: un tema conduttore e racconti, sempre duri, forti e mai banali, intorno a cui costruire storie che parlano d’altro.
Non è quindi un libro sul calcio: il pallone, come nella vita, è un pretesto, un aggregatore di emozioni e persone. Ma poi, dentro, fuori, intorno al rettangolo di gioco si muovono vite, vendette, ossessioni, cattiverie. Costruito ‘didascalicamente’ con una partita per ogni racconto, i dieci autori (Matteo Bortolotti, Annarita Briganti, Riccardo Brun, Fernando Coratelli, Gianluca Ferraris, Fabrizio Gabrielli, Emanuele Giulianelli, Andrea Riscassi, Paolo Roversi, Gianluca Veltri) inventano storie da far accapponare la pelle, dove tutti, ma proprio tutti, portano la loro condanna come un tifoso indossa la maglia di calcio della propria squadra. Emblematico il racconto che apre l’antologia (il re di Forcella di Riccardo Brun), dove tra una giocata e l’altra dei propri beniamini (la partita è Napoli-Verona), il protagonista ripercorre la propria carriera criminale. Ci sono vittime e carnefici, ci sono gossip al veleno, donne umiliate e vendicative, scommesse e partite truccate. Mentre scorre l’ultima partita di campionato, si decidono – senza ritorno – le vite di tanti, ma non lo scudetto: generosamente almeno il finale di campionato resta aperto.