L’INTERVISTA CON L’AUTORE Milanese trasferitasi a Fidenza, ma non prima certo di essersi diplomata alla Scuola di Cinema di Milano, Laura Bonelli si è messa ai fornelli e ha cucinato un libro, per le edizioni Graphofeel. Ricette, sì, e anche gustose, ma rese originali e uniche nel genere dai racconti con cui intreccia i sapori, perché quelli con cui ha portato a cottura le sue pagine sono “Fornelli metafisici” come spiega nel titolo. Ad oltre un anno da Expo, il “food” non tramonta, e non solo. Con persone come Bonelli trova sempre un modo nuovo per catturare la nostra attenzione, stupendoci. Lasciandoci a bocca aperta.
E’ la prima volta che scrivi un libro di cucina? Come mai vegetariano/vegano? Sì, è la prima volta che mi cimento con un libro che abbia a che fare con la cucina: mi ha attirato l’idea di un lavoro in cui ricette e filosofia s’incontrassero. Vegetariano perché lo sono da tantissimi anni, da quando a Milano e provincia c’era un solo negozio a cui fare riferimento ed era provvisto di poche granaglie e nulla più.
Hai inventato tu le ricette? Solo quattro o cinque sono mie. Del resto, ho la fortuna di avere nella mia cerchia di amicizie, diverse cuoche professionali ad amatoriali molto brave e ho chiesto aiuto a loro. Appena ho avuto a mia disposizione il materiale “culinario”, ho tratto ispirazione da un ingrediente, da un colore, da una preparazione…e ne è uscito Fornelli metafisici.
Qual è la tua ricetta preferita del libro? E la storia? Il mio piatto preferito sono sicuramente i fusilli integrali con rucola e pinoli tostati con vinaigrette di parmigiano e limone. Perché si preparano in cinque minuti e sono gustosi, sia caldi che freddi. Il mio racconto preferito è quello d’apertura, perché raccoglie la filosofia del libro.
Quando è iniziata la tua passione per la cucina? E’ “privata” o anche un lavoro, per te? E’ una passione, un hobby “privato”. Propongo i miei esperimenti agli amici e amo moltissimo l’arte di riciclare gli avanzi.
Di questi tempi spopolano foodblogger, sia nei siti e nelle varie piattaforme dedicate, sia sui social network: da Facebook a Instagram … Non è un settore troppo affollato? E’ vero, in effetti in questo periodo c’è una sovraesposizione di questo tema, ma l’idea di poter raccontare le storie che si possono nascondere dietro a dei piatti, dall’antipasto al dolce, mi ha convinto a buttarmi in questo mare magnum.
Nella tua quotidianitá che rapporto hai con il cibo e il cucinare? Nel quotidiano penso che il mio rapporto sia come quello di tutti: ovvero in velocità e semplicità, ma non perdo di vista l’idea di scovare una storia anche dentro ad un guscio di noce o ammirando le forme meravigliose che si possono vedere tagliando una zucchina a rondelle.
Perché hai scelto il titolo “Fornelli metafisici”? E’ stato il primo che mi è venuto in mente, quando ho abbozzato l’idea di questo libro. Alla fine, terminata la sua stesura, si è rivelato essere quello che più ne identificava il contenuto.
Ci consigli qualche ricetta: per una persona triste? Per una persona triste ci vuole il cioccolato! Per cui consiglio la torta golosa vegana al cioccolato pere e zenzero superlight. È gustosa e totalmente priva di grassi (così non si torna tristi!)
Per una ansiosa? Per chi è ansioso ci vuole una ricetta facile, rapida e di riuscita assicurata. Propongo un antipasto: i crostoni di pane con paté di ceci che si prepara in un minuto.
Per un distratto? Per una persona distratta ci vuole qualcosa che non debba essere dimenticata sul fuoco o nel forno… La pomomayo è una maionese vegana ai pomodori secchi. Non c’è nulla da cuocere e basta saper usare un frullatore ad immersione.
Per chi ha il cuore infranto? Per un innamorato dal cuore infranto potrebbero andare bene dei muffin vegani di mandorle e farina di grano saraceno con cuore di nocciola, perché a questa ricetta è collegato il racconto “Il nocciolo e le pene d’amore”, uno spunto per affrontare proprio le situazioni “infrante”.