“E’ stato breve il nostro lungo viaggio” è un titolo che contiene tutti i toni del nuovo romanzo scritto da Elena Mearini. Il passato, l’amarezza, il cambiamento, l’evolvere e il tempo che scorre e propone, al protagonista come ad ogni essere vivente, situazioni inaspettate che scardinano ogni più solido castello ci si è impegnati tanto a costruire. Attorno a sé, in sé stessi, sulla propria figura pubblica.
Il castello di Cesare, 50enne milanese di successo e di facciata, racconta una storia di successo, il protagonista che Mearini “tortura” con il suo libro per dargli una possibilità di riscatto non è un uomo come tanti. E’ quello particolarmente stimato e forse invidiato, professionalmente e per la bella famiglia che ha attorno, composta dalla moglie Margherita, deliziosa nel suo essere forse troppo dolce del dovuto, e dalla figlia Maya, sana, bella e sveglia.
Da odioso che appare Cesare inizialmente, con il suo apparire vuoto e le sue menzogne, che coinvolgono un amante e incrociano un ragazzino dal capello ribelle, man mano diventa quasi degno di compassione. Il noir in cui l’autrice lo incastra, mettendolo col muso a 2 millimetri dal buio e dal nero, lo trasforma in una vittima, non di un killer ma del suo stesso passato.
La storia di un uomo cinico e freddo che, dopo un evento traumatico, cambia, è la storia di questo libro come quella di molti altri che potrebbero essere riassunti nello stesso modo. A fare la differenza sono, in questo caso, la scrittura precisa, affilata, accurata di Mearini e, prima ancora, la sua capacità di tenere il ritmo dell’evoluzione e della discesa agli inferi di Cesare.
Come le sue frasi, anche le sue storie sono essenziali e per questo rapiscono letteralmente lasciando in bocca al lettore l’amaro che rende questo romanzo un libro da leggere con gusto. Amanti del noir o meno, in “E’ stato breve il nostro lungo viaggio” (Cairo Editore) tutti ritrovano un lato oscuro, proprio e dei propri conoscenti, che non avevano ancora così ben indagato.
di Marta Abbà