La tendenza a nasalizzare la vocale come in “penso” e “tempo”, l’uso di cosa interrogativo nel senso di “perché” – Cosa piangi? – e quelle espressioni come metter giù la tavola per “apparecchiare” e curare per “sorvegliare” ma non solo: sono tante le peculiarità del dialetto milanese e lombardo, considerato uno dei più adatti alla letteratura, assieme al toscano. Certo, “se si tratta di comprensibilità, altrimenti romano e napoletano, nei libri come nei film, spopolano quando si tratta di ‘rappresentare’ l’Italia”.
Traci Andrighetti ha una vera e propria ossessione, da decenni, per la ricca e complessa storia della lingua italiana e, da oltreoceano, non smette di occuparsene, in primis nel suo sito, Italicissima, e poi scrivendo, traducendo e studiando “il parlar dialetto”. Continua a leggere
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